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Davvero i giovani saranno il futuro della mediazione?

Titolo
Mediation and Millennials. A Dispute Resolution Mechanism to Match a New Generation
Autore / Rivista
Benston, Shawna; Farkas, Brian
Editore / Libro
Journal of Experiential Learning (vol. 2, no. 2), 166-181
Anno
2018
Postato da: Carlo Mosca
Categoria: La Poltrona, Millennials

Un interessante tema da qualche anno è emerso in tema di ADR e mediazione in particolare, e riguarda l’attitudine dei c.d. Millennials verso i modi di gestione dei conflitti.

Chi sono i “Millennials”? Si tratta di persone nate nell’ultimo ventennio del XX secolo (che oggi hanno quindi da 20 a 40 anni). Più precisamente secondo il Pew Research Center i millennials sarebbero i nati tra il 1981 e il 1996, cioè coloro che erano teenager (13-19 anni) alla fine del secolo. Secondo la vulgata (che li definisce anche “generazione Y”), sono una coorte di gente (almeno nelle società industrializzate) dalle caratteristiche proprie: tolleranti se non apertamente liberal, aperti a matrimoni misti e minoranze, come pure a rimanere più o meno felicemente single, prima generazione di nativi digitali, creativi, impazienti, ma pure indolenti secondo i parametri delle generazioni precedenti, necessariamente allergici ai lavori stabili, cittadini del mondo, … ed oggi soprattutto la componente giovane delle elites politiche ed imprenditoriali.

Perché dovrebbero interessare i Millennials al mondo dell’ADR? Semplice! Perché pare nelle loro corde, molto più del ‘vecchio’ ricorso alla giustizia togata. Messa così, la tesi è affascinante anche se resta traballante. È infatti assai difficile poter non solo definire i gusti di un’intera generazione, ma anche esprimersi quanto ala sua propensione a gestire situazioni conflittuali. Insomma, il rischio è di fare d’ogni erba un fascio e di essere clamorosamente smentiti. Per di più, i dati disponibili non aiutano un’analisi del genere. I dati anagrafici delle persone che avviano cause in tribunale o piuttosto attivano arbitrati o mediazioni semplicemente non ci sono o sono decisamente frammentari e di difficile reperimento. Ci si può quindi poggiare su intuizioni, sensazione, analisi settoriali in campi diversi… Il lavoro che qui commentiamo (riprodotto con alcune varianti nella 39 Pace Review 3, 645-665) è di interessante lettura perché pur dando conto di queste difficoltà metodologiche, avanza alcune tesi assai stimolanti.

Ai Millennials la mediazione piacerebbe assai più delle cause in tribunale (dando almeno alle reazioni rilevate fra alcuni studenti di legge negli Stati Uniti) in primo luogo per il fatto che non c’è qualcuno che decide ed il procedimento è lasciato alla autodeterminazione dei diretti interessati; in secondo luogo, perché favorisce un’interazione personale più articolata, interdisciplinare, risk-adverse e multiculturale.

Mah… vedremo!

 

 

Autore: Carlo Mosca

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